Boschi di fiume, un progetto di sostenibilità a lungo termine
Non siamo nuovi ai progetti di tutela ambientale, chi ci segue lo sa. E quello di Fedabo ci pareva uno di quelli meritevoli di essere sostenuti.
I boschi posti lungo i corsi d’acqua sono indubbiamente un tesoro dal punto di vista ecologico. I benefici per l’ecosistema locale sono moltissimi e facilmente riconoscibili.
Allo stesso tempo, se non seguiti in modo attento, possono rappresentare un pericolo dal punto di vista idrogeologico. In questo senso diventa fondamentale saper sfruttare la “plasticità della vegetazione”, così da evitare disagi a livello ambientali, microclimatico e, incredibile ma vero, l’inserimento progressivo con tendenza dominante di specie esotiche, dannose per gli equilibri locali. Un inserimento voluto da chi gestisce il territorio a favore di un impatto estetico maggiore, ma con evidenti ripercussioni sul fronte della tenuta ambientale.
La pulizia dei boschi e la loro cura è un’attività di tutela che richiede competenze, tempo e risorse specifiche. La tendenza al disboscamento indiscriminato si è sempre rivelata una scelta disastrosa, soprattutto in prossimità dei corsi d’acqua, soprattutto in tempi di cambiamento climatico come quelli che viviamo. La presenza boschiva garantisce la coesione dei terreni e la vegetazione del sottobosco mantiene gli equilibri micro climatici tipici delle aree fluviali. Per non parlare dell’effetto protettivo nei confronti del suolo che hanno le cime degli alberi in caso di precipitazioni.
Insomma, ogni elemento contribuisce ad alimentare un circolo virtuoso che solo l’intelligenza della Natura ha saputo progettare con tanta sapienza.
Il nostro compito è quello di tutelarlo e preservarlo.
Il progetto Ecosistema Fedabo
Per questi motivi abbiamo scelto di aderire al progetto di Fedabo riqualifica ambientale a protezione della vegetazione di un territorio specifico: le rive del fiume Oglio, in Vallecamonica.
A differenza di altre opere di tutela, noi non vogliamo puntare solamente al lato estetico della riqualifica. L’intervento deve essere significativo, prima di tutto, per il bosco e, a cascata, per noi.
Dalla collaborazione con Fedabo, Zero CO2 e altre 54 aziende, nasce l’impegno alla piantumazione di 17 tra Ontani neri e Carpini bianchi lungo le rive del fiume Oglio con la conseguente riqualificazione di oltre 9200 metri quadri di area verde. Questo tipo di piante nasce e vive naturalmente nei territori fluviali, umidi e con caratteristiche di adesione al territorio che le qualificano automaticamente come alleato prezioso per l’equilibrio del biotopo fluviale. Il Carpino, in particolare, appartenente alla famiglia delle betullacee, è un albero piuttosto longevo (circa 150 anni di media) che quindi realizza quel connubio speciale con il terreno che consente di costruire una tenuta importante per l’intero territorio. L’Ontano, altra betullacea, ha invece la peculiarità di essersi dimostrato in perfetta simbiosi con una specie particolare di batteri del suolo detti “azoto-fissatori” che migliorano le caratteristiche fisico chimiche dei terreni su cui dimorano.
Insomma, come diciamo spesso, citando anche gli amici di Treedom, piantare un albero non è mai “solo piantare un albero” ma è innescare un processo virtuoso, dinamico e vitale per l’ambiente. Che è poi la casa che abitiamo, in cui siamo ospiti e di cui dovremmo essere anche custodi.